Questo disturbo alimentare è caratterizzato da:

  • un pattern pressoché giornaliero di assunzione di cibo che incrementa significativamente la sera e la notte. Il paziente salta per lo più la colazione la mattina perché non ha appetito, spesso mangia poco a pranzo e poi incrementa progressivamente l’assunzione del cibo durante la sera e la notte
  • da episodi in cui il paziente mangia dopo essersi svegliato durante la notte o si sveglia per mangiare. 

Affinché si possa parlare di un vero disturbo psichico, questi comportamenti devono essere accompagnati da disagio psicologico e da serie limitazioni  nella vita del paziente. 

Il DSM cita questa sindrome tra gli altri disturbi alimentari specificati. Si tratta per il DSM di una diagnosi residuale che va formulata quando non sono soddisfatti tutti i criteri per la diagnosi ad esempio di binge eating disorder. 

Se la night eating syndrome debba essere considerato un disturbo a sé stante è controverso. Per molti psicologi clinici e psichiatri è soltanto l’espressione del proliferare delle etichette diagnostiche.  

Un dato interessante è che questo pattern alimentare, comunque lo si voglia considerare, è molto frequente fra gli obesi. Mentre tra la popolazione con peso nella norma questo pattern non supera l’1,5%, tra le persone gravemente obese è presente tra il 15 e il 25%. 

Può comunque essere riscontrato anche nelle anoressie, e soprattutto in fase di remissione.

 

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