COS'È?
L'eroina (diacetilmorfina) è stata sintetizzata e distribuita commercialmente a partire dal 1898, dall'industria farmaceutica BAYER, per le sue qualità analgesiche. L'eroina è il prodotto di raffinazione del lattice del papavero dell'oppio (Papaver somniferum), coltivato in Iran, Pakistan ed Afghanistan. Il lattice viene ricavato praticando delle incisioni sui bulbi maturati ed essiccato per poter essere raccolto nella sua forma pura. Successivamente viene fatta una esposizione a solfati, e ad altre operazioni chimiche che la trasformano nella polvere o cristalli sotto cui viene comunemente introdotta sul mercato clandestino, è impossibile determinare il contenuto di una 'dose' comprata al mercato nero, ed ancora meno si potrà sapere con anticipo quali saranno i suoi effetti prima del consumo; il problema principale di questa situazione riguarda le sostanze utilizzate per 'il taglio' della sostanza pura spesso pericolose per l'organismo.
COME VIENE CONSUMATA COMUNEMENTE?
Le forme di consumo dell'eroina sono le medesime della cocaina e perciò racchiudibili in tre metodologie:
Sniffing
L'eroina penetra nell'organismo attraverso le mucose del naso ed entra nel flusso sanguigno in modo graduale. Il sangue porta la sostanza al cervello, e gli effetti sono percepibili entro 15 minuti circa. Chi sceglie di provare l'eroina attraverso questa metodologia deve essere conscio che il rischio di overdose esiste, anche se risulta essere basso; è consigliabile,perciò, assumere piccoli quantitativi.
Smoking
E' la modalità di assunzione con cui l'eroina raggiunge il cervello con maggiore velocità.
La sostanza viene posizionata su di un foglio di alluminio riscaldato dal basso spesso con aggiunta di acido citrico (succo di limone) e acqua.
Con il riscaldamento della soluzione si producono dei vapori che vengono inalati permettendo l'ingresso dell'eroina nel flusso sanguigno attraverso i polmoni. Gli effetti sono quasi immediati e causano la sensazione di calore comunemente chiamata 'flash'.Il pericolo di overdose diminuisce per la perdita di una quantità minima di sostanza causata dal surriscaldamento.
Via endovenosa
Con questa modalità di assunzione, che prevede la preparazione di una soluzione disciolta in acido citrico o ascorbico, un grosso quantitativo di sostanza passa dal flusso sanguigno direttamene al cervello. Il succo di limone, che viene comunemente usato per disciogliere la sostanza, può essere molto pericoloso in quanto può causare infezioni (anche gravi) che colpiscono il cuore e gi occhi. Iniettare è di gran lunga la modalità di assunzione più rischiosa, soprattutto rispetto al rischio di contrarre malattie infettive (AIDS in primis) nel caso in cui si pratichi lo scambio della siringa per la somministrazione della "dose". Il pericolo di overdose è alto.
EFFETTI RICERCATI
L'eroina è una sostanza sedativa ed a forte capacità analgesica. Rallenta le funzioni cerebrali e di conseguenza quelle relative al battito cardiaco e alla respirazione e attutisce tutte le sensazioni di dolore. Gli effetti fisici iniziano con il 'flash' (un'ondata di calore che pervade il corpo), a cui sopravviene un senso di rilassatezza con conseguente difficoltà nella verbalizzazione, difficoltà a mantenere gli occhi aperti,ecc..
L'intensità e la durata degli effetti sono correlate alla qualità della sostanza, alla quantità assunta, alla modalità di consumo e al grado di assuefazione raggiunto; generalmente l'effetto si esaurisce completamente entro 4 - 6 ore.
EFFETTI INDESIDERATI
Nelle prime esperienze di assunzione si potrebbero provare stati di nausea.
Dipendenza
L'uso protratto di eroina, attraverso qualsiasi metodo di assunzione, genera una forte dipendenza (il bisogno fisico della sostanza) da cui può essere molto difficile liberarsi. Inoltre l'eroina crea tolleranza: i consumatori abituali necessitano di dosi sempre più alte per poter avvertire gli stessi effetti, e questo può portare all'overdose.
Crisi d'astinenza
Le crisi di astinenza presentano sintomi dolorosi in diretta proporzione con la propria condizione generale di salute, con la quantità di sostanza a cui si è assuefatti, con la modalità di assunzione e con la durata del consumo. I sintomi delle crisi tendono ad attenuarsi e a scomparire nel giro di 3-7 giorni, ma anche questo tempo dipende da molte variabili.
Le strutture mediche competenti del Servizio Sanitario Nazionale, i SER.T., Servizi per le Tossicodipendenze, sono abilitate al supporto e al trattamento farmacologico di chi decide di superare lo stato di dipendenza da eroina.
Il trattamento può avvenire secondo modalità differenti e, di solito, avviene tramite l'utilizzo di farmaci agonisti e/o antagonisti dell'eroina tra cui ricordiamo metadone e buprenorfina.
Overdose
L'overdose avviene quando si assume più eroina di quella che il corpo è in grado di metabolizzare o quando l'eroina è 'tagliata' con sostanze che ne accentuano gli effetti depressivi sul Sistema Nervoso Centrale od in combinazione con essi come per gli alcolici, le benzodiazepine, i barbiturici, i tranquillanti. Il pericolo è quello di un arresto respiratorio che può portare alla morte.
Danni fisici
- Sniffare abitualmente eroina comporta danni alle mucose che, oltre a ridurre la funzionalità olfattiva, a lungo andare possono condurre a gravi problemi del setto nasale.
- Fumare abitualmente eroina espone le prime vie respiratorie ed i polmoni al contatto con vapori caldissimi (oltre che con le sostanze contenute nel 'taglio') con conseguenti danni ai tessuti. A lungo andare questi danni possono ripercuotersi negativamente sulla funzionalità polmonare.
- Ripetute iniezioni di eroina causano danni alla pelle e alle vene (ulcere, ascessi, collassi dei vasi sanguigni), e possono portare ad infezioni gravi (setticemie, tetano, endocarditi) se le condizioni igieniche non sono soddisfacenti.
In generale l'uso protratto di eroina, attraverso qualsiasi metodo di assunzione, può causare problemi ai denti (indebolimento delle gengive, piorrea, etc...), soprattutto in presenza di una non adeguata pulizia orale.
Nelle donne l'uso protratto di eroina provoca amenorrea; cioè la scomparsa temporanea delle mestruazioni. Questo stato però non influenza l'ovulazione ed è bene ricordarsi che si può rimanere incinte anche in assenza di un ciclo regolare.
Hiv & Epatiti
Il rischio più grande associato alle iniezioni è relativo all'uso di materiale iniettivo non sterile o già utilizzato. Questo può condurre alla trasmissione di patologie molto gravi, come l'Aids o alcune epatiti. Al fine di evitare conseguenze pericolose è necessario procurarsi materiali sterili (siringhe, fiale di acqua, contenitori, filtri) ed usarli sempre e solo una volta.
BUONE PRATICHE PER CHI CONSUMA EROINA
(o altro) per via endovenosa con il solo scopo di informare su alcune semplici strategie da adottare per ridurre al minimo i rischi di 'farsi' male sono:
- Procurarsi una siringa pulita prima di consumare eroina
- Non consumare mai da solo, è sempre meglio essere almeno in due, soprattutto se non usi eroina da un po' di tempo;
- Usa sempre siringhe nuove e sterili; riducono al massimo il rischio di trasmettere e/o contrarre infezioni. L'ago di una siringa si deforma e si arrotonda già a partire dal primo buco non usarla mai due volte;
- Tieni sempre con te delle salviettine disinfettanti e cerotti;
- Se fai uso di limoni per sciogliere la sostanza controlla che siano ancora commestibili, ma se puoi usa acido citrico o ascorbico;
- Far bollire l'acqua nel cucchiaino elimina alcune impurità, ma non distrugge, ad esempio, il virus dell'epatite B o C. L'acqua distillata (sterile) in fiale è sempre la soluzione più sicura;
- Non accettare mai la siringa di qualcun'altro, anche se è un amico o lo conosci bene!
- Assicurati di aver preso bene la vena; i 'fuori vena' provocano infezioni che guariscono con difficoltà, lasciano sempre brutte cicatrici e possono essere molto dolorose;
- Non farti sempre nella stessa vena, ed evita di farti nelle mani, nei piedi, nel collo, nell'inguine e nel seno: c'è il pericolo di pungere un nervo, un osso, un tendine o un arteria.
- Inietta sempre seguendo il flusso del sangue, cioè tenendo la siringa sempre in direzione del cuore;
- Se stai usando un laccio emostatico dopo aver iniettato non slacciarlo di colpo, ma fallo lentamente.
- Elimina la siringa spezzando l'ago e mettendolo nel cappuccio; re-incappuccia così la siringa e gettala in un cestino;
- Se nella tua città esistono Unità Mobili riconsegnala agli operatori per averne in cambio una sterile. Se nella tua città esistono macchine automatiche scambia-siringhe, sappi che, inserendo la tua siringa usata nella macchina, potrai ricevere una siringa sterile gratuitamente.
PER LE PERSONE SIEROPOSITIVE CHE ASSUMONO LE TERAPIE ANTIRETROVIRALI
É bene sapere che: il Norvir (ritonavir) e il Viracept (nelfinavir) sembrano ridurre i livelli dell'eroina provocandone una rapida metabolizzazione e quindi un'altrettanta rapida eliminazione. Risultano poco probabili i casi di sovradosaggio. I consumatori di eroina che iniziano una terapia antiretrovirale potrebbero quindi avere dei sintomi di astinenza, però, si sa che a volte il Norvir e altri Inibitori della Proteasi possono produrre effetti opposti (riducono i livelli del metadone nel corpo, mentre gli studi in vitro avevano predetto che li avrebbero aumentati). Alcuni prodotti sintetici venduti come eroina (fentanyl, alfa-metil-fentanyl) sono potenti a dosaggi molto ridotti e per questo potrebbero diventare letali se presi con altri farmaci.
É possibile la manifestazione di sindrome di astinenza con nelfinavir (Viracept), Ritonavir (principio attivo contenuto in Norvir e nella co-formulazione Kaletra e utilizzato come potenziatore in molti schemi terapeutici), e Tipranavir/r (Aptivus/Norvir).
L'eroina è rapidamente metabolizzata a 6-monoacetylmorfina e morfina da, rispettivamente, esterasi plasmatiche e epatiche. La massima concentrazione di eroina e 6-monoacetylmorfina è ottenuta in minuti ed è eliminata rapidamente. Le potenziali interazioni sono simili a quelle note con la morfina.
Vi è probabile interazione con gli IP. Non sono note interazioni con NRTI e NNRTI e con Maraviroc (Celsentri); possibili in vitro ma non clinicamente significanti con Raltegravir (Isentress).
Interazione potenzialmente rilevante con Zidovudina (principio attivo contenuto in Retrovir e nella co-formulazione Trizivir) per cui è necessario monitorare la tossicità di Zidovudina nel trattamento prolungato.