Di Gerald F. O’Malley, DO, Grand Strand Regional Medical Center;
Rika O’Malley, MD, Albert Einstein Medical Center
(Ultima revisione/verifica completa giu 2020| Ultima modifica dei contenuti giu 2020) - Versione per i non professionisti.
L’alcol (etanolo) è un depressivo. L’assunzione di grandi quantità di alcol rapidamente o regolarmente può causare problemi di salute, compresi danni d’organo, coma e decesso.
- Le caratteristiche genetiche e personali possono rivestire un ruolo nello sviluppo di disturbi correlati all’alcol.
- Consumare quantità eccessive di alcol può rendere assonnati o aggressivi, mettere in pericolo la capacità di coordinazione e la funzione mentale, e interferire con il lavoro, i rapporti familiari e altre attività.
- Il consumo eccessivo di alcol per periodi prolungati può portare alla dipendenza da alcol e a danni epatici, cerebrali e cardiaci.
- I medici possono somministrare questionari o determinare il tasso alcolemico per aiutare a identificare i soggetti affetti da un disturbo correlato all’alcol.
- Il trattamento immediato di un’overdose può prevedere respirazione assistita, somministrazione di liquidi, tiamina e a volte di altre vitamine (per correggere carenze croniche correlate all’alcol) e, per l’astinenza, l’uso di benzodiazepine.
- I programmi di disintossicazione e riabilitazione possono aiutare i soggetti con gravi disturbi correlati all’alcol.
Attualmente circa la metà degli adulti negli Stati Uniti consuma alcol, il 20% è ex-alcolista e il 30-35% è astemio a vita. Consumare grandi quantità di alcol (più di 2-6 bicchieri al giorno) per periodi prolungati può danneggiare diversi organi, soprattutto fegato, cuore e cervello. Tuttavia, consumare una moderata quantità di alcol può ridurre il rischio di morte cardiaca e di disturbi a carico dei vasi sanguigni (cardiovascolari). In ogni caso, consumare alcolici per questo scopo non è consigliato, soprattutto quando sono disponibili altre misure preventive più sicure ed efficaci.
Disturbi correlati all’alcol
La maggior parte delle persone non consuma alcol in misura o con frequenza sufficiente da mettere in pericolo la propria salute o interferire con le proprie attività. Tuttavia, il 7-10% degli adulti negli Stati Uniti ha problemi legati all’uso di alcol (dipendenza da alcol, nota anche come alcolismo). Gli uomini hanno probabilità 2-4 volte maggiori rispetto alle donne di sviluppare un disturbo correlato all’alcol. I disturbi correlati all’alcol e ad altre sostanze si riferiscono all’uso continuativo di una determinata sostanza, nonostante il soggetto abbia dei problemi causati dalla stessa.
Consumare grandi quantità di alcol può causare rapidamente la morte.
Il consumo di alcolici può causare a numerosi comportamenti ed effetti distruttivi:
- Guida in stato d’ebbrezza
- Traumi fisici a causa di cadute, risse o incidenti stradali
- Violenza, compresa la violenza domestica
L’ubriachezza può rovinare la famiglia e le relazioni sociali. La percentuale di divorzio è superiore del 50% quando un coniuge è un forte bevitore. L’assenteismo prolungato dal lavoro può comportare la perdita dell’impiego.
Popolazioni speciali
I bambini molto piccoli che bevono alcolici (in genere accidentalmente) sono a rischio significativo di incorrere in livelli glicemici estremamente bassi e coma.
Le donne possono essere più sensibili agli effetti dell’alcol rispetto agli uomini, anche a parità di peso.
Gli anziani possono essere più sensibili agli effetti dell’alcol rispetto agli adulti più giovani.
Le donne che bevono in gravidanza corrono un maggior rischio di partorire un figlio con sindrome alcolica fetale.
Sebbene la sensibilità agli effetti dell’alcol possa variare con l’età, le persone di tutte le fasce di età sono suscettibili di disturbi dovuti al consumo di alcolici. L’uso e abuso di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti è sempre più legata a conseguenze particolarmente disastrose. Coloro che iniziano a bere in età precoce (in particolare nella preadolescenza) hanno probabilità molto più elevate di sviluppare una dipendenza da alcol una volta diventati adulti.
Cause
La dipendenza da alcol è in certa misura correlata all’ereditarietà. I consanguinei di soggetti con disturbi da uso di alcol hanno maggiori probabilità di contrarre dipendenza da alcol rispetto ai soggetti appartenenti alla popolazione generale ed è più probabile che tale disturbo si sviluppi nei figli biologici rispetto ai figli adottivi di tali soggetti.
Alcune ricerche indicano che i soggetti a rischio disturbo da uso di alcol si ubriacano meno facilmente rispetto ai consumatori non a rischio. Ciò significa che il loro cervello è meno sensibile agli effetti dell’alcol. I consanguinei di soggetti con disturbi da uso di alcol possono avere questa caratteristica.
Alcuni tratti di fondo e della personalità possono predisporre i soggetti a dipendenza da alcol. I soggetti con disturbi da uso di alcol provengono spesso da famiglie disturbate e hanno vissuto rapporti spesso problematici con i genitori. Tendono a sentirsi isolati, soli, timidi, depressi o ostili. Possono presentare comportamenti autolesionistici ed essere sessualmente immaturi. Non è ancora stato accertato se queste caratteristiche rappresentino la causa o la conseguenza dell’alcolismo.
Sintomi
L’alcol causa tre tipi fondamentali di problemi:
- quelli che si verificano immediatamente quando si consuma troppo alcol in un momento particolare (ubriachezza e overdose)
- quelli che si verificano nel corso di un lungo periodo di tempo in cui i soggetti consumano regolarmente quantità eccessive
- quelli che si verificano quando si interrompe bruscamente un consumo eccessivo e prolungato (astinenza)
Effetti immediati
L’alcol presenta effetti pressoché immediati in quanto viene assorbito più velocemente di quanto non venga elaborato (metabolizzato) ed eliminato dall’organismo. Ciò comporta un rapido innalzamento del tasso alcolico del sangue. Gli effetti possono manifestarsi entro pochi minuti.
Gli effetti variano notevolmente da persona a persona. Per esempio, coloro che consumano alcol regolarmente (2 o più bicchieri al giorno) hanno un effetto minore se ingeriscono una determinata quantità di alcol rispetto a coloro che normalmente non lo consumano o lo consumano solo in occasioni sociali, un fenomeno detto tolleranza. I soggetti che hanno sviluppato tolleranza all’alcol possono essere tolleranti anche ad altre sostanze che rallentano la funzione cerebrale, come barbiturici e benzodiazepine.
Gli effetti variano a seconda del livello di alcol nel torrente ematico, che di solito negli Stati Uniti è espresso in termini di milligrammi per decilitro (1/10 di litro di sangue), abbreviato a mg/dl, e in altre parti del mondo in termini di millimoli per litro, abbreviato a mmol/l. Il tasso alcolemico effettivo necessario per causare determinati sintomi varia notevolmente in base alla tolleranza, ma nei consumatori che non hanno sviluppato tolleranza, sono tipici i seguenti sintomi:
- tra 20 e 50 mg/dl (4,3-10,9 mmol/l): tranquillità, lieve sonnolenza, una certa diminuzione della coordinazione motoria fine e una certa compromissione della capacità di guida
- tra 50 e 100 mg/dl (10,9-21,7 mmol/l): capacità di giudizio compromessa e un’ulteriore diminuzione della coordinazione
- tra 100 e 150 mg/dl (21,7-32,6 mmol/l): deambulazione instabile, difficoltà di linguaggio, perdita di inibizioni comportamentali e disturbi della memoria
- tra 150 e 300 mg/dl (32,6-65,1 mmol/l): delirio e letargia (probabile)
- tra 300 e 400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l): spesso incoscienza
- ≥400 mg/dl (≥86,8 mmol/l): probabilmente fatale
Il vomito è comune in seguito a ubriachezza da moderata a grave. Poiché i soggetti possono avere estrema sonnolenza, il materiale vomitato può entrare nei polmoni (essere aspirato), causando talvolta polmonite e morte.
Negli Stati Uniti, tutti gli stati definiscono la guida con un tasso alcolemico (Blood Alcohol Content, BAC) pari o superiore a 80 mg/dl (17,4 mmol/l; 0,08%) come reato, tuttavia le leggi e le pene statali specifiche variano.
Overdose
Nei soggetti che non consumano regolarmente alcolici, un’alcolemia di 300-400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l) causa spesso la perdita di conoscenza, mentre un’alcolemia ≥400 mg/dl (≥86,8 mmol/l) può essere fatale. La morte può sopraggiungere a causa di difficoltà respiratorie o anomalie del ritmo cardiaco (aritmia), soprattutto se vengono consumate grandi quantità di alcol molto rapidamente. Il consumo di quantità abbondanti di alcol può causare bassa pressione sanguigna e ipoglicemia.
Gli effetti di uno specifico tasso alcolemico differiscono nei bevitori cronici. Molti sembrano rimanere inalterati e sembrano preservare le normali funzioni con un tasso alcolemico relativamente elevato, come per esempio 300-400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l).
L’alcol, anche a dosi moderate, interferisce con la memoria a breve termine, causando a volte dei blackout. Il soggetto ubriaco può sembrare socievole e loquace, ma avrà ricordi limitati del periodo di blackout.
Effetti a lungo termine
Il consumo prolungato di quantità eccessive di alcol danneggia molti organi, soprattutto il fegato (epatopatia alcolica). Poiché potrebbero non seguire una dieta adeguata, i bevitori possono sviluppare anche gravi carenze vitaminiche e altre carenze nutrizionali.
L’epatopatia alcolica si manifesta con infiammazione del fegato (epatite), steatosi epatica e cicatrizzazione del fegato (cirrosi). Un fegato danneggiato dall’alcol ha una minore capacità di liberare l’organismo dalle sostanze tossiche, il che può causare una disfunzione cerebrale (encefalopatia epatica). I soggetti che sviluppano encefalopatia epatica diventano apatici, sonnolenti, stuporosi e confusi, e possono entrare in coma. Il coma epatico è potenzialmente letale e richiede trattamento immediato.
In genere, i soggetti con insufficienza renale presentano anche asterissi: quando le braccia e le mani vengono distese cadono improvvisamente verso il basso, per poi riprendere la loro posizione originale. Il tremore epatico “a battito d’ali” assomiglia a un tremito, ma non lo è.
La cirrosi epatica causa un aumento della pressione nei vasi sanguigni circostanti il fegato (ipertensione portale) che può causare il rigonfiamento dei vasi sanguigni nello stomaco e nell’esofago (varici). I vasi sanguigni gonfi possono rompersi e sanguinare abbondantemente, causando il vomito di sangue. Questo sanguinamento è un problema particolare perché il fegato danneggiato non produce la quantità sufficiente delle sostanze che fanno coagulare il sangue.
Il consumo eccessivo di alcol può causare un’infiammazione del pancreas (pancreatite). Può insorgere dolore addominale acuto accompagnato da vomito.
Inoltre, il consumo eccessivo di alcol può causare danni ai nervi e ad alcune parti del cervello. Quando sono interessati i nervi di braccia e gambe (nervi periferici), il soggetto può manifestare una perdita della sensibilità o una sensazione di formicolio a mani e piedi. Alcuni soggetti possono sviluppare un tremore cronico. Un danno della parte del cervello che coordina i movimenti (cervelletto) può determinare uno scarso controllo del movimento di braccia e gambe e influire sull’equilibrio. Il consumo eccessivo di alcol a lungo termine può causare danni cerebrali irreversibili e psicosi. Può anche danneggiare l’involucro (guaina mielinica) dei nervi cerebrali, causando un raro disturbo detto malattia di Marchiafava-Bignami. I soggetti affetti da questo disturbo sono agitati, confusi e presentano segni di demenza. Alcuni soggetti possono sviluppare convulsioni e cadere in stato comatoso prima di morire.
Il consumo eccessivo di alcol a lungo termine può causare una grave carenza di tiamina, una vitamina del gruppo B. Questa carenza può causare l’encefalopatia di Wernicke (una patologia caratterizzata da confusione, mancanza di coordinazione durante la deambulazione o difficoltà di coordinazione dei movimenti oculari) che, se non viene tempestivamente trattata, può portare alla sindrome di Korsakoff, al coma o persino al decesso.
Una depressione preesistente può essere peggiorata dal consumo eccessivo di alcolici e i soggetti con disturbo da consumo di alcol hanno maggiori probabilità di sviluppare depressione rispetto ai soggetti non affetti da tale disturbo. Dal momento che i disturbi correlati all’alcol, soprattutto il consumo compulsivo di alcol, causano spesso un profondo senso di rimorso durante i periodi di astensione, i soggetti con disturbo da consumo di alcol sono predisposti al suicidio anche quando non sono sotto l’effetto dell’alcol.
Nelle donne in gravidanza il consumo di alcol può causare gravi anomalie nello sviluppo fetale, tra cui basso peso alla nascita, scarso sviluppo dell’altezza corporea, circonferenza cranica inferiore alla norma, danno cardiaco, danno muscolare e basso quoziente intellettivo o disabilità intellettiva. Tali effetti vengono definiti sindrome alcolica fetale. Pertanto, durante la gravidanza si raccomanda di astenersi dall’alcol.
Sintomi da astinenza
Se un alcolista che consuma alcol in modo continuativo per un determinato periodo di tempo smette improvvisamente di bere, è probabile che manifesti sintomi da astinenza. Per esempio, l’astinenza può verificarsi durante il ricovero in ospedale (come nel caso della chirurgia elettiva), data l’impossibilità di procurarsi l’alcol.
I sintomi da astinenza variano da lievi a gravi. Se non trattata, l’astinenza da alcol può essere fatale.
L’astinenza da lieve a moderata da alcol di solito inizia entro le 6 ore successive alla sospensione dell’assunzione di alcol. I sintomi lievi comprendono tremori, cefalea, debolezza, sudorazione e nausea. Alcuni soggetti presentano convulsioni (chiamate epilessia alcolica o convulsioni da alcol).
L’allucinosi alcolica può verificarsi negli alcolisti cronici che smettono di bere e induce a credere di udire voci accusatorie e minacciose, che causano apprensione e terrore. L’allucinosi alcolica può durare per giorni e può essere controllata con farmaci antipsicotici, come clorpromazina o tioridazina.
Il delirium tremens (DTs) è il più grave gruppo di sintomi da astinenza da alcol. Di solito non inizia immediatamente, ma si manifesta circa 48-72 ore dopo la sospensione del consumo di alcol. I soggetti sono inizialmente ansiosi. In seguito, diventano sempre più confusi, non dormono bene, hanno incubi spaventosi, sudano eccessivamente e diventano molto depressi. Si assiste a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, generalmente accompagnato da febbre. L’episodio può aggravarsi per giungere sino alla comparsa di allucinazioni ripetute, sensazioni che generano timore, agitazione e stato confusionale, accompagnate da allucinazioni visive, talvolta terrificanti. Oggetti intravisti nella semioscurità possono apparire particolarmente terrificanti e gettano i soggetti in uno stato confusionale estremamente elevato: il loro equilibrio ne è compromesso fino a credere talvolta che il pavimento si muova, le pareti si abbassino lentamente e la stanza ruoti tutt’intorno. Con il progredire del delirium, compare un persistente tremore alle mani, che talvolta si estende alla testa e al corpo. La maggior parte dei soggetti presenta movimenti estremamente scoordinati. Il delirium tremens può essere letale, specialmente se non trattato.
Diagnosi
- Auto-segnalazione di ubriachezza
- Esami del sangue
- Questionari di screening
L’intossicazione alcolica acuta di solito è evidente in base a ciò che i soggetti o i loro amici raccontano al medico e ai risultati dell’esame obiettivo. Se non è chiaro il motivo per cui un soggetto agisca in modo anomalo, i medici possono eseguire degli esami per escludere altre possibili cause dei sintomi, come l’ipoglicemia o un trauma cranico.
Sono indicati esami del sangue che consentono di determinare la quantità di alcol nel sangue e la glicemia, esami delle urine per alcune sostanze tossiche e una tomografia computerizzata (TC) del cranio. I medici non ipotizzano la presenza di alcol nell’organismo semplicemente dall’esame del respiro, che potrebbe indurli in errore.
Per motivi legali (per esempio, in caso di incidenti stradali o comportamento anomalo sul posto di lavoro), il tasso alcolico del sangue può essere misurato in un campione di sangue o stimato misurando la concentrazione di alcol in un campione di aria espirata.
Nei soggetti con consumo prolungato di alcol, è possibile eseguire esami del sangue per verificare la presenza di anomalie della funzione epatica e accertare eventuali altri danni agli organi. Se i sintomi sono molto gravi, è possibile eseguire un esame diagnostico per immagini, come una TAC, per escludere la presenza di lesione o infezione cerebrale.
Screening per il disturbo da uso di alcol
Alcuni soggetti potrebbero non sapere che la quantità di alcol che assumono possa costituire un problema. Altri ne sono a conoscenza, ma non vogliono ammettere di avere un problema di alcolismo. Pertanto, gli operatori sanitari non aspettano che i soggetti chiedano il loro aiuto. I medici possono sospettare un disturbo da consumo di alcol in un soggetto che presenta un cambiamento inspiegabile del comportamento o un comportamento autodistruttivo. Possono anche sospettare un disturbo da consumo di alcol in caso di problemi di salute, come ipertensione arteriosa o infiammazione dello stomaco (gastrite) che non rispondono al trattamento usuale.
Alcuni medici eseguono controlli periodici nei soggetti per individuare eventuali disturbi correlati all’alcol, informandosi sul loro consumo di alcol. Esempi di domande:
- In media, quanti giorni alla settimana beve alcolici?
- Tipicamente, in un giorno in cui consuma alcolici, quanti bicchieri beve?
- Qual è il numero massimo di bicchieri che ha bevuto in una stessa occasione il mese scorso?
Se il medico sospetta un disturbo da consumo d’alcol, può porre domande più specifiche sulle conseguenze del bere, come:
- Ha mai sentito di dover ridurre il Suo consumo di alcol?
- Le critiche sulla Sua abitudine di consumare alcol La infastidiscono?
- Si è mai sentito in colpa per il Suo consumo di alcol?
- Le è mai capitato di bere alcolici di prima mattina (“eye opener”) per calmare i nervi o per eliminare i postumi da sbornia?
Due o più risposte affermative a tali domande indicano una probabile diagnosi di alcolismo.
Trattamento
Il trattamento può rendersi necessario nelle seguenti situazioni:
- Alcuni soggetti vengono portati dal medico perché presentano sintomi di un elevato tasso alcolemico.
- Alcuni soggetti si rivolgono al medico perché presentano sintomi intollerabili di astinenza da alcol. Tuttavia, i soggetti che sviluppano sintomi da astinenza da alcol generalmente si “curano” da soli bevendo.
- Alcuni soggetti si rivolgono spontaneamente al medico perché non vogliono continuare a bere.
Trattamento d’urgenza
Il trattamento di emergenza è necessario quando il consumo di grandi quantità di alcol o l’astinenza da alcol provocano sintomi da moderati a gravi.
Non esiste un antidoto specifico per l’intossicazione acuta:
- Il caffè e altri rimedi casalinghi non invertono gli effetti dell’alcol.
- In caso di coma o di insufficienza respiratoria, potrebbe essere necessario ricorrere a una tracheotomia (introduzione di un tubo nelle vie aeree) per impedire un eventuale soffocamento da vomito e secrezioni e favorire la respirazione.
- Se necessario, si procede alla somministrazione endovenosa di liquidi per prevenire o trattare la disidratazione o l’ipotensione arteriosa.
· Ai sospetti bevitori cronici viene somministrata tiamina per prevenire l’encefalopatia di Wernicke. Spesso, i medici aggiungono nei liquidi anche magnesio (che aiuta il processo organico della tiamina) e multivitaminici (per possibili carenze vitaminiche).
· Non esiste un antidoto specifico per l’intossicazione da alcol acuta: caffè, i liquidi, vitamine o altri rimedi non aiutano un soggetto a tornare in stato di sobrietà. |
Per i sintomi di astinenza da alcol, spesso i medici prescrivono una benzodiazepina (un lieve sedativo) per alcuni giorni, al fine di ridurre l’agitazione e aiutare a prevenire alcuni sintomi da astinenza, convulsioni e delirium tremens. Tuttavia, poiché l’uso prolungato di benzodiazepine può portare a dipendenza farmacologica, tali farmaci sono somministrati solo per un breve periodo di tempo. Ai soggetti con allucinosi alcolica vengono talvolta somministrati farmaci antipsicotici.
Il delirium tremens può essere potenzialmente letale e viene trattato in maniera più aggressiva per controllare la febbre alta e l’agitazione grave. Se possibile, i soggetti vengono trattati nei reparti di terapia intensiva. Il trattamento generalmente include:
- alte dosi di benzodiazepine e barbiturici somministrati per via endovenosa
- alte dosi di vitamine (in particolare tiamina)
- Liquidi somministrati per via endovenosa
- misure di raffreddamento esterno come una coperta refrigerante
- farmaci per il controllo della frequenza cardiaca e della pressione del sangue
- trattamento delle complicanze (come pancreatite, polmonite e convulsioni)
Con tale trattamento, il delirium tremens di solito inizia a scomparire entro 12-24 ore dalla sua comparsa, ma nei casi gravi può durare 5-7 giorni. La maggior dei soggetti non ricorda cosa sia successo durante una grave crisi di astinenza, una volta risolta.
Una volta risolti i problemi medici urgenti, la terapia successiva dipende dalla gravità del consumo di alcolici e da altre condizioni mediche e psichiatriche del paziente. Se non si è sviluppata una dipendenza da alcol, i medici possono discutere con i diretti interessati delle gravi conseguenze del consumo di alcol, consigliare modi per ridurlo o interromperlo e un programma di visite di controllo per verificare i progressi fatti.
Per i soggetti con un consumo di alcol più grave, soprattutto in presenza di condizioni mediche e psichiatriche preesistenti, può essere raccomandato un programma di disintossicazione e riabilitazione.
Disintossicazione e riabilitazione
Nella prima fase, l’alcol viene eliminato del tutto e si procede al trattamento dei sintomi da astinenza. In seguito, il soggetto con disturbo da uso di alcol deve imparare a modificare il proprio comportamento. Senza aiuto, la maggior parte dei soggetti con problemi di alcol recidiva nel giro di pochi giorni o settimane. I programmi di riabilitazione, che uniscono la psicoterapia al controllo medico, possono essere di aiuto. I soggetti vengono avvisati di quanto possa essere difficile smettere di bere. Vengono inoltre istruiti su come migliorare la motivazione a smettere ed evitare situazioni che possano innescare il consumo di alcol. Il trattamento è personalizzato per ogni singolo soggetto. Questi programmi prevedono inoltre il sostegno da parte familiari e amici. Alcuni gruppi di auto-aiuto, tra cui Alcolisti Anonimi, possono essere di aiuto.
A volte, alcuni farmaci (come disulfiram, naltrexone, acamprosato e clonidina) possono aiutare il soggetto con disturbo da uso di alcol a evitare di bere. Tuttavia, i farmaci in genere possono aiutare solo se i soggetti sono motivati e collaborativi, e se i farmaci vengono usati in associazione a un regime intensivo di consulenza psicologica. I risultati sono variabili.
Il disulfiram scoraggia il consumo di alcol perché interferisce con il metabolismo, causando l’innalzamento dei livelli di acetaldeide (una sostanza che deriva dalla decomposizione dell’alcol) nel sangue. L’acetaldeide fa sentir male, e se un soggetto che ha assunto disulfiram beve un alcolico, entro 5-15 minuti la formazione di acetaldeide causa
- Vampate al viso
- Una cefalea pulsante
- Battito cardiaco accelerato
- Respirazione accelerata
- Sudorazione
Nausea e vomito possono seguire dopo 30-60 minuti. Queste reazioni fastidiose e potenzialmente pericolose durano 1-3 ore.
I disturbi dovuti al consumo di alcol dopo l’assunzione di disulfiram sono talmente intensi da indurre il paziente a evitare di assumere alcol; persino attraverso alcuni farmaci da banco, come i sedativi per la tosse o il raffreddore, o alimenti che ne contengono piccole quantità.
Il disulfiram deve essere assunto ogni giorno affinché sia efficace per smettere di bere.
I seguenti soggetti non devono assumere disulfiram:
- Donne in gravidanza
- Soggetti con malattie gravi come ad esempio insufficienza cardiaca
- Persone anziane
Il naltrexone altera gli effetti dell’alcol su alcune sostanze chimiche prodotte dal cervello (endorfine), che possono essere associate con il desiderio e il consumo di alcol. Questo farmaco è efficace nella maggior parte dei soggetti che lo assumono in modo costante. Una forma a lunga durata d’azione può essere costituita da iniezioni effettuate mensilmente. Un grande vantaggio rispetto a disulfiram è che naltrexone non arreca disturbi a chi lo assume. Pertanto, un soggetto che assume naltrexone può continuare a bere. Il naltrexone non deve essere assunto da soggetti con epatite o altri disturbi epatici.
La clonidina è un farmaco che influisce su alcune aree cerebrali e viene generalmente impiegata per l’ipertensione, ma può anche alleviare alcuni degli effetti dell’astinenza da alcol.