Di Gerald F. O’Malley, DO, Grand Strand Regional Medical Center;
Rika O’Malley, MD, Albert Einstein Medical Center

(Ultima revisione/verifica completa giu 2020| Ultima modifica dei contenuti giu 2020) - Versione per i non professionisti.

L’alcol (etanolo) è un depressivo. L’assunzione di grandi quantità di alcol rapidamente o regolarmente può causare problemi di salute, compresi danni d’organo, coma e decesso.

  • Le caratteristiche genetiche e personali possono rivestire un ruolo nello sviluppo di disturbi correlati all’alcol.
  • Consumare quantità eccessive di alcol può rendere assonnati o aggressivi, mettere in pericolo la capacità di coordinazione e la funzione mentale, e interferire con il lavoro, i rapporti familiari e altre attività.
  • Il consumo eccessivo di alcol per periodi prolungati può portare alla dipendenza da alcol e a danni epatici, cerebrali e cardiaci.
  • I medici possono somministrare questionari o determinare il tasso alcolemico per aiutare a identificare i soggetti affetti da un disturbo correlato all’alcol.
  • Il trattamento immediato di un’overdose può prevedere respirazione assistita, somministrazione di liquidi, tiamina e a volte di altre vitamine (per correggere carenze croniche correlate all’alcol) e, per l’astinenza, l’uso di benzodiazepine.
  • I programmi di disintossicazione e riabilitazione possono aiutare i soggetti con gravi disturbi correlati all’alcol.

Attualmente circa la metà degli adulti negli Stati Uniti consuma alcol, il 20% è ex-alcolista e il 30-35% è astemio a vita. Consumare grandi quantità di alcol (più di 2-6 bicchieri al giorno) per periodi prolungati può danneggiare diversi organi, soprattutto fegato, cuore e cervello. Tuttavia, consumare una moderata quantità di alcol può ridurre il rischio di morte cardiaca e di disturbi a carico dei vasi sanguigni (cardiovascolari). In ogni caso, consumare alcolici per questo scopo non è consigliato, soprattutto quando sono disponibili altre misure preventive più sicure ed efficaci.

Disturbi correlati all’alcol

La maggior parte delle persone non consuma alcol in misura o con frequenza sufficiente da mettere in pericolo la propria salute o interferire con le proprie attività. Tuttavia, il 7-10% degli adulti negli Stati Uniti ha problemi legati all’uso di alcol (dipendenza da alcol, nota anche come alcolismo). Gli uomini hanno probabilità 2-4 volte maggiori rispetto alle donne di sviluppare un disturbo correlato all’alcol. I disturbi correlati all’alcol e ad altre sostanze si riferiscono all’uso continuativo di una determinata sostanza, nonostante il soggetto abbia dei problemi causati dalla stessa.

Consumare grandi quantità di alcol può causare rapidamente la morte.

Il consumo di alcolici può causare a numerosi comportamenti ed effetti distruttivi:

  • Guida in stato d’ebbrezza
  • Traumi fisici a causa di cadute, risse o incidenti stradali
  • Violenza, compresa la violenza domestica

L’ubriachezza può rovinare la famiglia e le relazioni sociali. La percentuale di divorzio è superiore del 50% quando un coniuge è un forte bevitore. L’assenteismo prolungato dal lavoro può comportare la perdita dell’impiego.

Popolazioni speciali

I bambini molto piccoli che bevono alcolici (in genere accidentalmente) sono a rischio significativo di incorrere in livelli glicemici estremamente bassi e coma.

Le donne possono essere più sensibili agli effetti dell’alcol rispetto agli uomini, anche a parità di peso.

Gli anziani possono essere più sensibili agli effetti dell’alcol rispetto agli adulti più giovani.

Le donne che bevono in gravidanza corrono un maggior rischio di partorire un figlio con sindrome alcolica fetale.

Sebbene la sensibilità agli effetti dell’alcol possa variare con l’età, le persone di tutte le fasce di età sono suscettibili di disturbi dovuti al consumo di alcolici. L’uso e abuso di sostanze stupefacenti tra gli adolescenti è sempre più legata a conseguenze particolarmente disastrose. Coloro che iniziano a bere in età precoce (in particolare nella preadolescenza) hanno probabilità molto più elevate di sviluppare una dipendenza da alcol una volta diventati adulti.

Cause

La dipendenza da alcol è in certa misura correlata all’ereditarietà. I consanguinei di soggetti con disturbi da uso di alcol hanno maggiori probabilità di contrarre dipendenza da alcol rispetto ai soggetti appartenenti alla popolazione generale ed è più probabile che tale disturbo si sviluppi nei figli biologici rispetto ai figli adottivi di tali soggetti.

Alcune ricerche indicano che i soggetti a rischio disturbo da uso di alcol si ubriacano meno facilmente rispetto ai consumatori non a rischio. Ciò significa che il loro cervello è meno sensibile agli effetti dell’alcol. I consanguinei di soggetti con disturbi da uso di alcol possono avere questa caratteristica.

Alcuni tratti di fondo e della personalità possono predisporre i soggetti a dipendenza da alcol. I soggetti con disturbi da uso di alcol provengono spesso da famiglie disturbate e hanno vissuto rapporti spesso problematici con i genitori. Tendono a sentirsi isolati, soli, timidi, depressi o ostili. Possono presentare comportamenti autolesionistici ed essere sessualmente immaturi. Non è ancora stato accertato se queste caratteristiche rappresentino la causa o la conseguenza dell’alcolismo.

Sintomi

L’alcol causa tre tipi fondamentali di problemi:

  • quelli che si verificano immediatamente quando si consuma troppo alcol in un momento particolare (ubriachezza e overdose)
  • quelli che si verificano nel corso di un lungo periodo di tempo in cui i soggetti consumano regolarmente quantità eccessive
  • quelli che si verificano quando si interrompe bruscamente un consumo eccessivo e prolungato (astinenza)

Effetti immediati

L’alcol presenta effetti pressoché immediati in quanto viene assorbito più velocemente di quanto non venga elaborato (metabolizzato) ed eliminato dall’organismo. Ciò comporta un rapido innalzamento del tasso alcolico del sangue. Gli effetti possono manifestarsi entro pochi minuti.

Gli effetti variano notevolmente da persona a persona. Per esempio, coloro che consumano alcol regolarmente (2 o più bicchieri al giorno) hanno un effetto minore se ingeriscono una determinata quantità di alcol rispetto a coloro che normalmente non lo consumano o lo consumano solo in occasioni sociali, un fenomeno detto tolleranza. I soggetti che hanno sviluppato tolleranza all’alcol possono essere tolleranti anche ad altre sostanze che rallentano la funzione cerebrale, come barbiturici e benzodiazepine.

Gli effetti variano a seconda del livello di alcol nel torrente ematico, che di solito negli Stati Uniti è espresso in termini di milligrammi per decilitro (1/10 di litro di sangue), abbreviato a mg/dl, e in altre parti del mondo in termini di millimoli per litro, abbreviato a mmol/l. Il tasso alcolemico effettivo necessario per causare determinati sintomi varia notevolmente in base alla tolleranza, ma nei consumatori che non hanno sviluppato tolleranza, sono tipici i seguenti sintomi:

  • tra 20 e 50 mg/dl (4,3-10,9 mmol/l): tranquillità, lieve sonnolenza, una certa diminuzione della coordinazione motoria fine e una certa compromissione della capacità di guida
  • tra 50 e 100 mg/dl (10,9-21,7 mmol/l): capacità di giudizio compromessa e un’ulteriore diminuzione della coordinazione
  • tra 100 e 150 mg/dl (21,7-32,6 mmol/l): deambulazione instabile, difficoltà di linguaggio, perdita di inibizioni comportamentali e disturbi della memoria
  • tra 150 e 300 mg/dl (32,6-65,1 mmol/l): delirio e letargia (probabile)
  • tra 300 e 400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l): spesso incoscienza
  • ≥400 mg/dl (≥86,8 mmol/l): probabilmente fatale

Il vomito è comune in seguito a ubriachezza da moderata a grave. Poiché i soggetti possono avere estrema sonnolenza, il materiale vomitato può entrare nei polmoni (essere aspirato), causando talvolta polmonite e morte.

Negli Stati Uniti, tutti gli stati definiscono la guida con un tasso alcolemico (Blood Alcohol Content, BAC) pari o superiore a 80 mg/dl (17,4 mmol/l; 0,08%) come reato, tuttavia le leggi e le pene statali specifiche variano.

Overdose

Nei soggetti che non consumano regolarmente alcolici, un’alcolemia di 300-400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l) causa spesso la perdita di conoscenza, mentre un’alcolemia ≥400 mg/dl (≥86,8 mmol/l) può essere fatale. La morte può sopraggiungere a causa di difficoltà respiratorie o anomalie del ritmo cardiaco (aritmia), soprattutto se vengono consumate grandi quantità di alcol molto rapidamente. Il consumo di quantità abbondanti di alcol può causare bassa pressione sanguigna e ipoglicemia.

Gli effetti di uno specifico tasso alcolemico differiscono nei bevitori cronici. Molti sembrano rimanere inalterati e sembrano preservare le normali funzioni con un tasso alcolemico relativamente elevato, come per esempio 300-400 mg/dl (65,1-86,8 mmol/l).

L’alcol, anche a dosi moderate, interferisce con la memoria a breve termine, causando a volte dei blackout. Il soggetto ubriaco può sembrare socievole e loquace, ma avrà ricordi limitati del periodo di blackout.

Effetti a lungo termine

Il consumo prolungato di quantità eccessive di alcol danneggia molti organi, soprattutto il fegato (epatopatia alcolica). Poiché potrebbero non seguire una dieta adeguata, i bevitori possono sviluppare anche gravi carenze vitaminiche e altre carenze nutrizionali.

L’epatopatia alcolica si manifesta con infiammazione del fegato (epatite), steatosi epatica e cicatrizzazione del fegato (cirrosi). Un fegato danneggiato dall’alcol ha una minore capacità di liberare l’organismo dalle sostanze tossiche, il che può causare una disfunzione cerebrale (encefalopatia epatica). I soggetti che sviluppano encefalopatia epatica diventano apatici, sonnolenti, stuporosi e confusi, e possono entrare in coma. Il coma epatico è potenzialmente letale e richiede trattamento immediato.

In genere, i soggetti con insufficienza renale presentano anche asterissi: quando le braccia e le mani vengono distese cadono improvvisamente verso il basso, per poi riprendere la loro posizione originale. Il tremore epatico “a battito d’ali” assomiglia a un tremito, ma non lo è.

La cirrosi epatica causa un aumento della pressione nei vasi sanguigni circostanti il fegato (ipertensione portale) che può causare il rigonfiamento dei vasi sanguigni nello stomaco e nell’esofago (varici). I vasi sanguigni gonfi possono rompersi e sanguinare abbondantemente, causando il vomito di sangue. Questo sanguinamento è un problema particolare perché il fegato danneggiato non produce la quantità sufficiente delle sostanze che fanno coagulare il sangue.

Il consumo eccessivo di alcol può causare un’infiammazione del pancreas (pancreatite). Può insorgere dolore addominale acuto accompagnato da vomito.

Inoltre, il consumo eccessivo di alcol può causare danni ai nervi e ad alcune parti del cervello. Quando sono interessati i nervi di braccia e gambe (nervi periferici), il soggetto può manifestare una perdita della sensibilità o una sensazione di formicolio a mani e piedi. Alcuni soggetti possono sviluppare un tremore cronico. Un danno della parte del cervello che coordina i movimenti (cervelletto) può determinare uno scarso controllo del movimento di braccia e gambe e influire sull’equilibrio. Il consumo eccessivo di alcol a lungo termine può causare danni cerebrali irreversibili e psicosi. Può anche danneggiare l’involucro (guaina mielinica) dei nervi cerebrali, causando un raro disturbo detto malattia di Marchiafava-Bignami. I soggetti affetti da questo disturbo sono agitati, confusi e presentano segni di demenza. Alcuni soggetti possono sviluppare convulsioni e cadere in stato comatoso prima di morire.

Il consumo eccessivo di alcol a lungo termine può causare una grave carenza di tiamina, una vitamina del gruppo B. Questa carenza può causare l’encefalopatia di Wernicke (una patologia caratterizzata da confusione, mancanza di coordinazione durante la deambulazione o difficoltà di coordinazione dei movimenti oculari) che, se non viene tempestivamente trattata, può portare alla sindrome di Korsakoff, al coma o persino al decesso.

Una depressione preesistente può essere peggiorata dal consumo eccessivo di alcolici e i soggetti con disturbo da consumo di alcol hanno maggiori probabilità di sviluppare depressione rispetto ai soggetti non affetti da tale disturbo. Dal momento che i disturbi correlati all’alcol, soprattutto il consumo compulsivo di alcol, causano spesso un profondo senso di rimorso durante i periodi di astensione, i soggetti con disturbo da consumo di alcol sono predisposti al suicidio anche quando non sono sotto l’effetto dell’alcol.

Nelle donne in gravidanza il consumo di alcol può causare gravi anomalie nello sviluppo fetale, tra cui basso peso alla nascita, scarso sviluppo dell’altezza corporea, circonferenza cranica inferiore alla norma, danno cardiaco, danno muscolare e basso quoziente intellettivo o disabilità intellettiva. Tali effetti vengono definiti sindrome alcolica fetale. Pertanto, durante la gravidanza si raccomanda di astenersi dall’alcol.

Sintomi da astinenza

Se un alcolista che consuma alcol in modo continuativo per un determinato periodo di tempo smette improvvisamente di bere, è probabile che manifesti sintomi da astinenza. Per esempio, l’astinenza può verificarsi durante il ricovero in ospedale (come nel caso della chirurgia elettiva), data l’impossibilità di procurarsi l’alcol.

I sintomi da astinenza variano da lievi a gravi. Se non trattata, l’astinenza da alcol può essere fatale.

L’astinenza da lieve a moderata da alcol di solito inizia entro le 6 ore successive alla sospensione dell’assunzione di alcol. I sintomi lievi comprendono tremori, cefalea, debolezza, sudorazione e nausea. Alcuni soggetti presentano convulsioni (chiamate epilessia alcolica o convulsioni da alcol).

L’allucinosi alcolica può verificarsi negli alcolisti cronici che smettono di bere e induce a credere di udire voci accusatorie e minacciose, che causano apprensione e terrore. L’allucinosi alcolica può durare per giorni e può essere controllata con farmaci antipsicotici, come clorpromazina o tioridazina.

Il delirium tremens (DTs) è il più grave gruppo di sintomi da astinenza da alcol. Di solito non inizia immediatamente, ma si manifesta circa 48-72 ore dopo la sospensione del consumo di alcol. I soggetti sono inizialmente ansiosi. In seguito, diventano sempre più confusi, non dormono bene, hanno incubi spaventosi, sudano eccessivamente e diventano molto depressi. Si assiste a un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, generalmente accompagnato da febbre. L’episodio può aggravarsi per giungere sino alla comparsa di allucinazioni ripetute, sensazioni che generano timore, agitazione e stato confusionale, accompagnate da allucinazioni visive, talvolta terrificanti. Oggetti intravisti nella semioscurità possono apparire particolarmente terrificanti e gettano i soggetti in uno stato confusionale estremamente elevato: il loro equilibrio ne è compromesso fino a credere talvolta che il pavimento si muova, le pareti si abbassino lentamente e la stanza ruoti tutt’intorno. Con il progredire del delirium, compare un persistente tremore alle mani, che talvolta si estende alla testa e al corpo. La maggior parte dei soggetti presenta movimenti estremamente scoordinati. Il delirium tremens può essere letale, specialmente se non trattato.

Diagnosi

  • Auto-segnalazione di ubriachezza
  • Esami del sangue
  • Questionari di screening

L’intossicazione alcolica acuta di solito è evidente in base a ciò che i soggetti o i loro amici raccontano al medico e ai risultati dell’esame obiettivo. Se non è chiaro il motivo per cui un soggetto agisca in modo anomalo, i medici possono eseguire degli esami per escludere altre possibili cause dei sintomi, come l’ipoglicemia o un trauma cranico.

Sono indicati esami del sangue che consentono di determinare la quantità di alcol nel sangue e la glicemia, esami delle urine per alcune sostanze tossiche e una tomografia computerizzata (TC) del cranio. I medici non ipotizzano la presenza di alcol nell’organismo semplicemente dall’esame del respiro, che potrebbe indurli in errore.

Per motivi legali (per esempio, in caso di incidenti stradali o comportamento anomalo sul posto di lavoro), il tasso alcolico del sangue può essere misurato in un campione di sangue o stimato misurando la concentrazione di alcol in un campione di aria espirata.

Nei soggetti con consumo prolungato di alcol, è possibile eseguire esami del sangue per verificare la presenza di anomalie della funzione epatica e accertare eventuali altri danni agli organi. Se i sintomi sono molto gravi, è possibile eseguire un esame diagnostico per immagini, come una TAC, per escludere la presenza di lesione o infezione cerebrale.

Screening per il disturbo da uso di alcol

Alcuni soggetti potrebbero non sapere che la quantità di alcol che assumono possa costituire un problema. Altri ne sono a conoscenza, ma non vogliono ammettere di avere un problema di alcolismo. Pertanto, gli operatori sanitari non aspettano che i soggetti chiedano il loro aiuto. I medici possono sospettare un disturbo da consumo di alcol in un soggetto che presenta un cambiamento inspiegabile del comportamento o un comportamento autodistruttivo. Possono anche sospettare un disturbo da consumo di alcol in caso di problemi di salute, come ipertensione arteriosa o infiammazione dello stomaco (gastrite) che non rispondono al trattamento usuale.

Alcuni medici eseguono controlli periodici nei soggetti per individuare eventuali disturbi correlati all’alcol, informandosi sul loro consumo di alcol. Esempi di domande:

  • In media, quanti giorni alla settimana beve alcolici?
  • Tipicamente, in un giorno in cui consuma alcolici, quanti bicchieri beve?
  • Qual è il numero massimo di bicchieri che ha bevuto in una stessa occasione il mese scorso?

Se il medico sospetta un disturbo da consumo d’alcol, può porre domande più specifiche sulle conseguenze del bere, come:

  • Ha mai sentito di dover ridurre il Suo consumo di alcol?
  • Le critiche sulla Sua abitudine di consumare alcol La infastidiscono?
  • Si è mai sentito in colpa per il Suo consumo di alcol?
  • Le è mai capitato di bere alcolici di prima mattina (“eye opener”) per calmare i nervi o per eliminare i postumi da sbornia?

Due o più risposte affermative a tali domande indicano una probabile diagnosi di alcolismo.

Trattamento

Il trattamento può rendersi necessario nelle seguenti situazioni:

  • Alcuni soggetti vengono portati dal medico perché presentano sintomi di un elevato tasso alcolemico.
  • Alcuni soggetti si rivolgono al medico perché presentano sintomi intollerabili di astinenza da alcol. Tuttavia, i soggetti che sviluppano sintomi da astinenza da alcol generalmente si “curano” da soli bevendo.
  • Alcuni soggetti si rivolgono spontaneamente al medico perché non vogliono continuare a bere.

Trattamento d’urgenza

Il trattamento di emergenza è necessario quando il consumo di grandi quantità di alcol o l’astinenza da alcol provocano sintomi da moderati a gravi.

Non esiste un antidoto specifico per l’intossicazione acuta:

  • Il caffè e altri rimedi casalinghi non invertono gli effetti dell’alcol.
  • In caso di coma o di insufficienza respiratoria, potrebbe essere necessario ricorrere a una tracheotomia (introduzione di un tubo nelle vie aeree) per impedire un eventuale soffocamento da vomito e secrezioni e favorire la respirazione.
  • Se necessario, si procede alla somministrazione endovenosa di liquidi per prevenire o trattare la disidratazione o l’ipotensione arteriosa.

·       Ai sospetti bevitori cronici viene somministrata tiamina per prevenire l’encefalopatia di Wernicke. Spesso, i medici aggiungono nei liquidi anche magnesio (che aiuta il processo organico della tiamina) e multivitaminici (per possibili carenze vitaminiche).

 

·       Non esiste un antidoto specifico per l’intossicazione da alcol acuta: caffè, i liquidi, vitamine o altri rimedi non aiutano un soggetto a tornare in stato di sobrietà.

Per i sintomi di astinenza da alcol, spesso i medici prescrivono una benzodiazepina (un lieve sedativo) per alcuni giorni, al fine di ridurre l’agitazione e aiutare a prevenire alcuni sintomi da astinenza, convulsioni e delirium tremens. Tuttavia, poiché l’uso prolungato di benzodiazepine può portare a dipendenza farmacologica, tali farmaci sono somministrati solo per un breve periodo di tempo. Ai soggetti con allucinosi alcolica vengono talvolta somministrati farmaci antipsicotici.

Il delirium tremens può essere potenzialmente letale e viene trattato in maniera più aggressiva per controllare la febbre alta e l’agitazione grave. Se possibile, i soggetti vengono trattati nei reparti di terapia intensiva. Il trattamento generalmente include:

  • alte dosi di benzodiazepine e barbiturici somministrati per via endovenosa
  • alte dosi di vitamine (in particolare tiamina)
  • Liquidi somministrati per via endovenosa
  • misure di raffreddamento esterno come una coperta refrigerante
  • farmaci per il controllo della frequenza cardiaca e della pressione del sangue
  • trattamento delle complicanze (come pancreatite, polmonite e convulsioni)

Con tale trattamento, il delirium tremens di solito inizia a scomparire entro 12-24 ore dalla sua comparsa, ma nei casi gravi può durare 5-7 giorni. La maggior dei soggetti non ricorda cosa sia successo durante una grave crisi di astinenza, una volta risolta.

Una volta risolti i problemi medici urgenti, la terapia successiva dipende dalla gravità del consumo di alcolici e da altre condizioni mediche e psichiatriche del paziente. Se non si è sviluppata una dipendenza da alcol, i medici possono discutere con i diretti interessati delle gravi conseguenze del consumo di alcol, consigliare modi per ridurlo o interromperlo e un programma di visite di controllo per verificare i progressi fatti.

Per i soggetti con un consumo di alcol più grave, soprattutto in presenza di condizioni mediche e psichiatriche preesistenti, può essere raccomandato un programma di disintossicazione e riabilitazione.

Disintossicazione e riabilitazione

Nella prima fase, l’alcol viene eliminato del tutto e si procede al trattamento dei sintomi da astinenza. In seguito, il soggetto con disturbo da uso di alcol deve imparare a modificare il proprio comportamento. Senza aiuto, la maggior parte dei soggetti con problemi di alcol recidiva nel giro di pochi giorni o settimane. I programmi di riabilitazione, che uniscono la psicoterapia al controllo medico, possono essere di aiuto. I soggetti vengono avvisati di quanto possa essere difficile smettere di bere. Vengono inoltre istruiti su come migliorare la motivazione a smettere ed evitare situazioni che possano innescare il consumo di alcol. Il trattamento è personalizzato per ogni singolo soggetto. Questi programmi prevedono inoltre il sostegno da parte familiari e amici. Alcuni gruppi di auto-aiuto, tra cui Alcolisti Anonimi, possono essere di aiuto.

A volte, alcuni farmaci (come disulfiram, naltrexone, acamprosato e clonidina) possono aiutare il soggetto con disturbo da uso di alcol a evitare di bere. Tuttavia, i farmaci in genere possono aiutare solo se i soggetti sono motivati e collaborativi, e se i farmaci vengono usati in associazione a un regime intensivo di consulenza psicologica. I risultati sono variabili.

Il disulfiram scoraggia il consumo di alcol perché interferisce con il metabolismo, causando l’innalzamento dei livelli di acetaldeide (una sostanza che deriva dalla decomposizione dell’alcol) nel sangue. L’acetaldeide fa sentir male, e se un soggetto che ha assunto disulfiram beve un alcolico, entro 5-15 minuti la formazione di acetaldeide causa

  • Vampate al viso
  • Una cefalea pulsante
  • Battito cardiaco accelerato
  • Respirazione accelerata
  • Sudorazione

Nausea e vomito possono seguire dopo 30-60 minuti. Queste reazioni fastidiose e potenzialmente pericolose durano 1-3 ore.

I disturbi dovuti al consumo di alcol dopo l’assunzione di disulfiram sono talmente intensi da indurre il paziente a evitare di assumere alcol; persino attraverso alcuni farmaci da banco, come i sedativi per la tosse o il raffreddore, o alimenti che ne contengono piccole quantità.

Il disulfiram deve essere assunto ogni giorno affinché sia efficace per smettere di bere.

I seguenti soggetti non devono assumere disulfiram:

  • Donne in gravidanza
  • Soggetti con malattie gravi come ad esempio insufficienza cardiaca
  • Persone anziane

Il naltrexone altera gli effetti dell’alcol su alcune sostanze chimiche prodotte dal cervello (endorfine), che possono essere associate con il desiderio e il consumo di alcol. Questo farmaco è efficace nella maggior parte dei soggetti che lo assumono in modo costante. Una forma a lunga durata d’azione può essere costituita da iniezioni effettuate mensilmente. Un grande vantaggio rispetto a disulfiram è che naltrexone non arreca disturbi a chi lo assume. Pertanto, un soggetto che assume naltrexone può continuare a bere. Il naltrexone non deve essere assunto da soggetti con epatite o altri disturbi epatici.

La clonidina è un farmaco che influisce su alcune aree cerebrali e viene generalmente impiegata per l’ipertensione, ma può anche alleviare alcuni degli effetti dell’astinenza da alcol.

Quali sono le quantità raccomandate? E perché fa male bere a stomaco vuoto? I consigli e le raccomandazioni dell'esperto Emanuele Scafato

Cadere in tentazione è facile

Cene in compagnia di amici, feste di laurea o di compleanno, party in discoteca. In serate come queste è facile che i giovani cadano in tentazione e bevano qualche bicchiere di troppo. Le raccomandazioni dei genitori ai figli sono all’ordine del giorno, ma a fare attenzione agli alcolici in eccesso, in realtà, dovrebbero essere tutti, sia giovani che adulti, perché l’alcol non fa bene a nessuno (per esempio, aumenta il rischio cardiaco come il fumo). Ma quali sono le linee guida ? E cosa succede al nostro corpo se beviamo a stomaco vuoto? Mischiare le tipologie di alcolici fa male?

Quantità di alcol raccomandate

Quali sono le linee guida in tema di alcolici? «Le quantità che espongono a un minor rischio, ma che non lo annullano perché l’alcol per il nostro organismo è sempre tossico, sono:

– 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini adulti

– 1 unità per le donne

– mai più di 1 unità dopo i 65 anni perché l’enzima che serve a metabolizzare l’alcol, cioè l’alcol deidrogenasi, diventa meno efficace

– sotto i 18 anni, invece, non è ammessa nessuna unità alcolica perché l’enzima non è ancora sviluppato.

Con unità alcolica si intendono 12 grammi di alcol, che sono contenuti in: 125 ml di vino a circa 12.5 gradi, 330 ml di birra a 4.5 gradi e 40 ml di whisky a 40 gradi». Purtroppo, però, l’abuso di alcol tra i giovani in Italia è un dato ancora molto reale e allarmante.

Le calorie dell’alcol

Quanto incidono i drink o il vino sul nostro apporto di calorie giornaliero? «Considerando che una donna ha bisogno di 2.000 calorie e l’uomo di 2.600 calorie ogni giorno per vivere, se beviamo 3 bicchieri di alcol nel giro di 24 ore assumiamo già quasi il 30% delle calorie di cui abbiamo bisogno. Questo perché l’alcol contiene 7 calorie per grammo e in una sola unità alcolica ci sono in media 90-100 calorie.

Ma non solo: bevendo si stimola la produzione della grelina, che fa aumentare il senso della fame per grassi e carboidrati, i nutrienti che fanno ingrassare di più!».

Scopri quali sono gli alcolici più calorici.

L’alcol è dannoso. Su questo non ci sono dubbi. È un fattore di rischio per la maggior parte delle malattie. In più, la maggior parte degli alcolici fa parte degli alimenti fortemente calorici, privi di nutrienti utili al nostro corpo. Naturalmente le calorie delle bevande alcoliche dipendono dalla gradazione – ad esempio i vini hanno un ampio range – e dalla quantità. Per questa classifica ci siamo rifatti a una media statistica e alle dosi ufficiali.

Lo spritz è quello che contiene meno calorie: circa 80.

Vino da pasto è quello più leggero, con circa 87 calorie.

Bicchiere di cognac ha 90 calorie.

Bicchiere di spumante secco ha 93 calorie.

Un bicchiere di vodka liscia conta 99 calorie.

Bicchiere di spumante dolce ha 100 calorie.

Bicchiere di champagne ha 100 calorie.

Un bicchierino di grappa ha 100 calorie.

Bicchierino di whiskey ha 110 calorie circa. In commercio ce ne sono molti, con diverse gradazioni, alcuni con il miele: hanno molte più calorie.

Bicchierino di amaro ha circa 120 calorie. Ce ne sono molti in commercio: più sono zuccherini o alcolici, più calorie hanno.

Un bicchierino di limoncello ha 130 calorie.

Bicchiere di vino rosso corposo raggiunge le 130 calorie.

Un bicchiere di Bloody Mary ha 138 calorie

Bicchiere di Negroni ha 140 calorie.

Un bicchiere di Cuba Libre ha 150 calorie.

Un bicchiere di Manhattan ha 155 calorie.

Una pinta di birra chiara (40 cl) ha 176 calorie.

Pinta di birra doppio malto ha 179 calorie.

Bicchiere di Mojito ha 200 calorie.

Un bicchiere di Caipirinha ha 250 calorie.

Perché non bere a stomaco vuoto

«L’alcol è un infiammatorio della mucosa gastrica e noi sappiamo che quando una mucosa è infiammata assorbe di più. Se l’alcol non trova ostacoli viene assorbito immediatamente dalla mucosa gastrica, mentre se ci fosse del cibo nello stomaco che fa da tampone, ci metterebbe più tempo. Non bere a stomaco vuoto è importante soprattutto per le donne, perché il genere femminile è particolarmente vulnerabile all’alcol: la donna metabolizza la metà delle quantità che metabolizza l’uomo, e questo vale anche per quanto riguarda l’alcol deidrogenasi».

Cosa succede se mischiano vari alcolici

Spesso si sente dire che mescolare tipologie di vini o drink fa male, ma è vero? «L’alcol è sempre alcol, ma mischiare non va bene semplicemente perché il giorno dopo può dare effetti di hangover, cioè un forte mal di testa impossibile da far andare via perché si è intossicati. In realtà, sempre se ci si limita alle quantità raccomandate, non fa male bere diverse tipologie di alcolici e ha anche senso partire dalle gradazioni più basse durante una cena. Questo perché a fine pasto si ha lo stomaco più pieno e il nostro corpo riesce ad assorbire meglio l’alcol».

I rimedi per l’hangover

Se una non segue questi consigli, eccede nelle quantità di alcol e il giorno dopo si ritrova con il mal di testa classico dell’hangover, cosa può fare?

«Non esistono dei rimedi per farlo passare, così come non esiste un modo per abbassare il livello di ubriacatura a fine serata. Alcuni ragazzi, dopo aver assunto molto alcol, bevono un energy drink o un caffè pensando che gli faccia bene prima di tornare a casa. In realtà fanno malissimo perché aumentano un pochino il loro senso di vigilanza, ma li mantengono ubriachi e non idonei per mettersi alla guida. Un ubriaco, per quanta caffeina possa avere in corpo, rimane comunque ubriaco».

I consigli ai giovani

Che consigli può dare ai ragazzi? «Non scegliere bicchieri grandi, non ordinare bottiglie e, se si sta in piedi, non tenere in mano il cocktail, ma appoggiarlo da qualche parte per non avere la tentazione di portarselo continuamente alla bocca. Infine, bere sempre a stomaco pieno e gradazioni alcoliche basse, tenendo presente che ogni bicchiere in media alza il tasso di alcolemia a 0.2 e in Italia per mettersi alla guida il tasso deve essere inferiore a 0.5, altrimenti scattano pesanti sanzioni e, soprattutto, si mette in pericolo la propria vita».

Giulia Masoero Regis

Il consumo e l’abuso di alcol fra i giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante e in forte crescita, in Italia come all’estero. La cultura del bere attualmente diffusa tra i giovani segue sempre più spesso standard indirizzati verso modelli di “binge-drinking” ossia il “bere per ubriacarsi. La riduzione dei rischi e delle conseguenze legate al consumo e all’abuso di alcolici da parte dei giovani ha, infatti, rilevanti implicazioni in termini di salute pubblica e costi sociali (rischi per la salute e la sicurezza, incidentalità stradale e violenza, riduzione della qualità della vita nei territori ad alta concentrazione di locali notturni, ecc.).

Il consumo di alcol giovanile: l’allarme sociale

La quota di giovani che in Italia fa uso e abuso di alcol è in costante aumento. Gli ultimi dati Istat disponibili (Istat, 2019) evidenziano che nel nostro Paese circa il 40% degli adolescenti beve regolarmente vino, il 50% beve birra, il 22,4% beve liquori e il 13,3% (ma tale percentuale sale al 18% nel Sud Italia) afferma di essersi ubriacato almeno una volta sotto i 18 anni. Addirittura il 27,3% dei giovani dichiara di assumere alcol sotto i 16 anni di età, una percentuale ragguardevole se si pensa che in Italia la vendita e il consumo di alcol sotto tale età è vietato dalla legge.

In Italia la diffusione del bere tra i giovani è stata generata da cambiamenti di natura socioculturale, che hanno causato un considerevole mutamento nei modelli di consumo. Riprendendo Ullman (1958), il bere non ha più quel significato “bagnato”, ovvero legato a un ampio sistema di pratiche culturali ed alimentari, ma ha assunto, al giorno d’oggi, un livello più “asciutto”, cioè slegato dal contesto culturale di appartenenza. Si è passati, in definitiva, da un modello culturale del bere inteso in senso mediterraneo, legato alla ritualità dei pasti e alla tradizione, per assumere un valore sempre più comportamentale, di tipo anglosassone, connesso al desiderio dall’adolescente di sentirsi maggiormente disinibito e integrato nel gruppo dei pari o nella società di cui fa parte (Barnao, 2008).

Questi cambiamenti socioculturali legati alla funzionalità del “bere” quale ricerca di una nuova identità personale e sociale, hanno fatto sì che, tra i giovani, comparissero nuove mode alcoliche (Minasi, 2019). Fra queste, la principale è il binge drinking, ovvero l’assunzione episodica e in breve tempo di grandi quantità di alcol fino a raggiungere un completo stato di ubriacatura, diffuso prevalentemente tra i giovani di 11-24 anni e che può causare seri danni alla salute.

Altra moda contemporanea è il drelfie, ovvero il farsi fotografare ubriacati nelle peggiori condizioni, derivata dalla selfie addiction del mondo social, oppure ancora il pub crawl, che consiste nel bere una quantità varia e smisurata di alcolici in una sola sera. L’ultima frontiera, infine, è l’eyeballing, bere alcol attraverso gli occhi, che può provocare cecità e danni permanenti alla retina oculare (Minasi, 2019).

Da queste nuove logiche etnografiche e socioculturali ne derivano una serie di problematiche di natura sociosanitaria che, col passare degli anni, sono diventate sempre più preoccupanti, al punto da far convogliare l’attenzione della sanità sui modelli preventivi e d’intervento precoce delle dipendenze da alcol nei giovani.

Gli aspetti e le conseguenze psicosociali dell’alcol

Ciò che porta un adolescente al consumo spasmodico di alcol può essere afferente a svariate motivazioni psicosociali. L’alcol, e le sue deleterie mode, rappresentano soltanto uno dei metodi privilegiati per i giovani di stare insieme ai suoi pari e costruire con essi un processo identitario. Tra i compiti dell’adolescenza, infatti, ricordiamo che vi è la costruzione di una propria identità definita e distinta, a livello sia psicologico che fisiologico.

Per mettere alla prova se stessi e i propri limiti (psicologici, fisiologici e sociali), molto spesso i giovani sono portati istintivamente ad attuare comportamenti a rischio, come lo stesso utilizzo incontrollato di alcol, nell’illusoria ricerca di sentirsi più adulti e rafforzare la propria identità sociale.

Pertanto, da un punto di vista psicologico, in primo luogo può avere la funzione di dimostrare a sé stesso e agli altri di possedere la capacità di scegliere e decidere in maniera autonoma di fronte alle richieste della società adulta; in secondo luogo è sinonimo di ricerca di sensazioni gratificanti, poiché correlate a determinate caratteristiche neuronali in evoluzione. Qualora il consumo di alcol, però, si protragga a lungo termine, questi comportamenti possono portare ad abitudini non salutari e pericolose per lo sviluppo dell’adolescente.

 L’allarme sociale scatta ulteriormente nel momento in cui le condotte legate all’alcol si evolvono in assunzione di droga e altri comportamenti a rischio, problematiche spesso presenti in comorbilità con l’abuso di sostanze alcoliche. L’attenzione è anche per gli effetti indiretti, come l’epidemiologia degli incidenti stradali. Il rischio relativo di provocare un incidente stradale grave aumenta, infatti, in misura esponenziale in funzione dello stato di ebbrezza.

Il punto di vista e gli effetti medico-sanitari

È dimostrato che il consumo di alcol nei giovani causi un rischio quattro volte superiore di sviluppare alcol dipendenza in età adulta. L’adolescenza, oltre ad essere un periodo di grandi cambiamenti interiori è, infatti, anche un periodo di cambiamenti strutturali e funzionali a livello cerebrale. È in questo momento di vita che si sviluppa maggiormente la corteccia frontale e prefrontale, deputata alla regolazione emotiva, alle funzioni cognitive ed esecutive.

L’alcol va a ostacolare proprio questa formazione di processi cognitivi, come la pianificazione degli obiettivi, la memoria operativa, il controllo dell’attenzione, la flessibilità del pensiero, la regolazione emotiva e la regolazione dei comportamenti. Ad esempio, la pratica del binge drinking è associata a deficit dell’apprendimento verbale e della memoria (nello specifico quella di lavoro), sia negli adulti che negli adolescenti, oltretutto perché il consumo di alcol, alternato da forti intossicazioni e periodi di astinenza, si presenta maggiormente deleterio per le funzionalità cerebrali, che vengono sottoposte a forte stress.

Le conseguenze, però, non si evidenziano soltanto a livello cerebrale: l’alcol si associa ad un aumentato rischio, tra gli altri, di cirrosi epatica, di epatocarcinoma primitivo o malattie cardiache. I danni causati dall’alcol, inoltre, specie nell’età tra 18 e 25 anni, comportano a lungo andare anche problematiche gastrointestinali, nonché alterazioni nelle funzionalità polmonari e degli organi sessuali (disfunzione erettile e infertilità).

Impatto sociosanitario dell’alcol: quale metodo di prevenzione?

Secondo le recenti stime, in Italia l’impatto sociosanitario economico del fenomeno è stimato in circa 22 miliardi annui, di cui il 60 % delle spese è afferente al settore sanitario e riguarda la salute di chi ne è dipendente. Soltanto la spesa farmacologica è di circa 8 miliardi di euro. Tutti costi che paga la società e che si potrebbero ulteriormente ridurre se si attivassero strategie e policy di valorizzazione dell’identificazione precoce e di intervento breve per le persone che ne soffrono.

Siamo in presenza di un fenomeno largamente sommerso in cui, tutte le “istituzioni”, dalla famiglia alla scuola, devono svolgere la loro parte in un’ottica preventiva. È necessario attuare una cultura informativa più efficace, in grado di ampliare l’offerta di trattamenti assistenziali adeguati. Il coinvolgimento dei medici di base in questa prospettiva ridurrebbe, ancor più, le problematiche psicosociali dei giovani ma anche la spesa sanitaria, limitando i ricoveri ospedalieri e la mortalità cui la dipendenza da alcol è associata.

Dott.ssa Annamaria Venere – Sociologa Sanitaria, Criminologa Forense, Amm. Unico Direttore editoriale MEDICALIVE MAGAZINE – Catania.

Ci sono ragazzi che bevono anche 5 o 6 cocktail consecutivi, ben oltre il proprio limite di tolleranza, allo scopo deliberato di ubriacarsi. Non sono pochi e lo fanno anche più volte a settimana: stando agli ultimi dati, raccolti da un’indagine Doxa, sono il 20% dei maschi con più di 13 anni e l’8,6% delle femmine (nel 2005 erano rispettivamente il 14,6% e il 6,1%).

TROPPO GIOVANI - L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione delle Giornate dedicate alla prevenzione, diffonde dei dati preoccupanti sui giovanissimi, specie sulle ragazzine, che aumentano il consumo fuori pasto di superalcolici. Si diffondono pratiche assurde, a volte basate su colossali bufale, come l’eyeballing: si crede che l’alcol si assimili più rapidamente se versato negli occhi, e il risultato non è lo sballo sperato, ma la cornea rovinata.

In generale, in Italia i ragazzi bevono il loro primo bicchiere di alcolici presto, prima che in altri Paesi europei, a 12 anni. A quell’età, l’apparato digerente è ancora immaturo e il danno dell’alcol nell’organismo è maggiore che in un adulto.

FACILI BERSAGLI - Sempre di più giovani e giovanissimi si configurano come tipologie di consumatori molto particolari e ben definiti, oltre che un bacino di utenza appetitoso per produttori e distributori. Accade con l’alcol come con il tabacco.  I ragazzi oggi più di prima dispongono di denaro e di autonomia per consumare alcolici. Le strategie comunicative dei produttori diventano più aggressive, delineano modelli di successo e socializzazione legati a doppio filo con il bicchiere sempre pieno: l’alcol rende più simpatici, scioglie la lingua, allontana le insicurezze. Apparentemente. E gli adolescenti abboccano.

COSA FARE - Come difendersi e come difenderli? Ecco 10 consigli ai genitori e ai familiari, 10 spunti di riflessione proposti dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità.

1)      Provocateli: smontate con loro gli spot televisivi, analizzate i comportamenti socialmente accettati e diffusi, stimolati a distinguersi dal branco e a essere informati.

2)      Date un buon esempio: se consumate alcolici in casa, fate in modo che siano una componente ordinaria ma moderata dei pasti, senza eccessi. Dimostrate loro che ci si diverte e si sta bene anche senza alcol.

3)      Informateli: parlate loro dell’alcol e dei possibili danni ad esso associati sin da bambini, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti.

4)      Distinguete: ci sono persone a cui l’alcol fa più male che ad altri. Sono i ragazzi con meno di 15 anni, ancora particolarmente vulnerabili, le femmine, che riescono a eliminare la metà della quantità di alcol che smaltisce un organismo maschile, chi deve guidare, che a qualsiasi età può diventare un pericolo mortale per sé e per gli altri.

5)      Allertate le ragazze: oltre al fatto, già citato, che le donne soffrono gli effetti negativi dell’alcol più dei maschi, vanno tenuti presenti i pericoli legati al genere femminile, come il rischio di gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmesse, oltre ai danni per il feto in una futura maternità.

6)      Educateli alla differenza fra uso e abuso, assicurandovi che abbiano presenti i rischi legati alla perdita di controllo e all’alterazione delle proprie capacità, alla guida, in un locale, di fronte al giudizio di estranei e amici.

7)      Insegnate loro a leggere le etichette: che sappiano cos’è la gradazione alcolica e diventino consumatori consapevoli.

8)      Fate loro sapere che l’alcol dà dipendenza.

9)      Offrite loro la possibilità di divertirsi con gli amici, a casa e fuori, imparando che esiste una convivialità analcolica.

10)  Vigilate su di loro.  Non potrete proteggerli 24 ore su 24, ma tenete gli occhi e i canali di comunicazione sempre aperti.
Donatella Barus

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