Ci sono ragazzi che bevono anche 5 o 6 cocktail consecutivi, ben oltre il proprio limite di tolleranza, allo scopo deliberato di ubriacarsi. Non sono pochi e lo fanno anche più volte a settimana: stando agli ultimi dati, raccolti da un’indagine Doxa, sono il 20% dei maschi con più di 13 anni e l’8,6% delle femmine (nel 2005 erano rispettivamente il 14,6% e il 6,1%).

TROPPO GIOVANI - L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione delle Giornate dedicate alla prevenzione, diffonde dei dati preoccupanti sui giovanissimi, specie sulle ragazzine, che aumentano il consumo fuori pasto di superalcolici. Si diffondono pratiche assurde, a volte basate su colossali bufale, come l’eyeballing: si crede che l’alcol si assimili più rapidamente se versato negli occhi, e il risultato non è lo sballo sperato, ma la cornea rovinata.

In generale, in Italia i ragazzi bevono il loro primo bicchiere di alcolici presto, prima che in altri Paesi europei, a 12 anni. A quell’età, l’apparato digerente è ancora immaturo e il danno dell’alcol nell’organismo è maggiore che in un adulto.

FACILI BERSAGLI - Sempre di più giovani e giovanissimi si configurano come tipologie di consumatori molto particolari e ben definiti, oltre che un bacino di utenza appetitoso per produttori e distributori. Accade con l’alcol come con il tabacco.  I ragazzi oggi più di prima dispongono di denaro e di autonomia per consumare alcolici. Le strategie comunicative dei produttori diventano più aggressive, delineano modelli di successo e socializzazione legati a doppio filo con il bicchiere sempre pieno: l’alcol rende più simpatici, scioglie la lingua, allontana le insicurezze. Apparentemente. E gli adolescenti abboccano.

COSA FARE - Come difendersi e come difenderli? Ecco 10 consigli ai genitori e ai familiari, 10 spunti di riflessione proposti dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità.

1)      Provocateli: smontate con loro gli spot televisivi, analizzate i comportamenti socialmente accettati e diffusi, stimolati a distinguersi dal branco e a essere informati.

2)      Date un buon esempio: se consumate alcolici in casa, fate in modo che siano una componente ordinaria ma moderata dei pasti, senza eccessi. Dimostrate loro che ci si diverte e si sta bene anche senza alcol.

3)      Informateli: parlate loro dell’alcol e dei possibili danni ad esso associati sin da bambini, non aspettate l’adolescenza, periodo di ribellione e sfida verso il “buon senso” degli adulti.

4)      Distinguete: ci sono persone a cui l’alcol fa più male che ad altri. Sono i ragazzi con meno di 15 anni, ancora particolarmente vulnerabili, le femmine, che riescono a eliminare la metà della quantità di alcol che smaltisce un organismo maschile, chi deve guidare, che a qualsiasi età può diventare un pericolo mortale per sé e per gli altri.

5)      Allertate le ragazze: oltre al fatto, già citato, che le donne soffrono gli effetti negativi dell’alcol più dei maschi, vanno tenuti presenti i pericoli legati al genere femminile, come il rischio di gravidanze indesiderate o infezioni sessualmente trasmesse, oltre ai danni per il feto in una futura maternità.

6)      Educateli alla differenza fra uso e abuso, assicurandovi che abbiano presenti i rischi legati alla perdita di controllo e all’alterazione delle proprie capacità, alla guida, in un locale, di fronte al giudizio di estranei e amici.

7)      Insegnate loro a leggere le etichette: che sappiano cos’è la gradazione alcolica e diventino consumatori consapevoli.

8)      Fate loro sapere che l’alcol dà dipendenza.

9)      Offrite loro la possibilità di divertirsi con gli amici, a casa e fuori, imparando che esiste una convivialità analcolica.

10)  Vigilate su di loro.  Non potrete proteggerli 24 ore su 24, ma tenete gli occhi e i canali di comunicazione sempre aperti.
Donatella Barus

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